Riporto pari pari un articolo di Guido Scorza su Wired qui il link originale
La Camera ha appena bocciato l’emendamento attraverso il quale l’Onorevole Fava avrebbe voluto imbavagliare la Rete in nome dell’esigenza – pur rispettabile e comprensibile – di garantire miglior protezione ai diritti di proprietà intellettuale. L’intero emiciclo parlamentare – con l’isolata ma scontata eccezione della Lega Nord – ha detto no all’approvazione dell’emendamento con il quale si sarebbe voluto assegnare a chiunque il diritto di ottenere dal fornitore di servizi di hosting la rimozione di un contenuto sulla base di una semplice segnalazione arbitraria ed unilaterale circa il carattere illegittimo della pubblicazione. E’ un no, quello appena espresso dalla Camera dei Deputati, ad una pericolosa deriva legislativa verso la privatizzazione della giustizia, almeno in materia di proprietà intellettuale ma è, anche – e, forse, soprattutto – un no verso la dilagante idea secondo la quale la necessità di proteggere la proprietà intellettuale giustificherebbe, in maniera quasi machiavellica, il ricorso a qualsiasi mezzo e la deroga ai più elementari principi di diritto. I Parlamentari che hanno detto no all’emendamento Fava, non sono pirati e, probabilmente, non hanno a cuore la tutela dell proprietà intellettuale meno di quanto non l’abbia a cuore l’Onorevole Fava ma, semplicemente, hanno ritenuto che tali esigenze di tutela non potessero giustificare il rischio di comprimere – oltre il lecito – la libertà di manifestazione del pensiero online. E’ un ulteriore grande risultato ottenuto attraverso la Rete, lo scambio di opinioni ed informazioni online e l’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della classe politica compiuta dalla società civile che, una volta di più, conferma che Internet libera rappresenta uno straordinario strumento di supporto alla democrazia del Paese. Probabilmente, senza il dibattito online delle scorse settimane, oggi, l’emendamento dell’Onorevole Fava si avvierebbe a divenire Legge e il nostro Paese sarebbe più povero in termini di democrazia e libertà di manifestazione del pensiero. Grazie a tutti i parlamentari che hanno avuto la sensibilità di ascoltare la Rete e grazie ai tanti che hanno spontaneamente fatto rimbalzare online un allarme che avrebbe potuto cadere nel vuoto.